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Imu, aumenti su banche e benzina per coprire la seconda rata

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Per quanto riguarda gli acconti dell’imposta sull’Ires, si legge nella bozza, è aumentato dal 100 al 101% per le società. Sul fronte del risparmio amministrato, “i soggetti che applicano l’imposta sostitutiva sono tenuti, entro il 16 dicembre di ciascun anno, al versamento di un importo, a titolo di acconto, pari al 100% dell’ammontare complessivo dei versamenti dovuti nei primi undici mesi del medesimo anno”. Per quanto riguarda gli aumenti delle accise su benzina e gasoli, mirano a “determinare maggiori entrate nette non inferiori pari a 1.505 milioni di euro per l’anno 2015 ed a 42,2 milioni di euro per l’anno 2016″. Il ritocco delle accise sui carburanti, però, è al momento considerato in una

clausola di salvaguardia nell’ipotesi che nel 2014 non arrivino le risorse attese dalla rivalutazione delle quote di Bankitalia. I tecnici del ministero, tra l’altro, stanno lavorando per trovare la copertura mancante attraverso un mix di misure che possa scongiurare l’aumento sui carburanti. L’operazione sulle quote di Bankitalia dovrebbe essere approvata in parallelo martedì prossimo, ma gli incassi attesi potranno arrivare solo nel 2014.

Il decreto prevede anche una norma interpretativa sugli acconti di Irpef e Ires nel caso in cui i contribuenti scelgano di fare il calcolo previsionale. Viene stabilito che l’importo versato non può essere inferiore al 100% dell’imposta che risulterà dovuta con la dichiarazione dei redditi: questo si traduce in un mini-beneficio (ma evita una sorta di prestito forzoso visto che si tratta di un pagamento d’acconto fatto su previsioni di guadagni reali) per le società che ora devono versare il 101% se scelgono il calcolo dell’acconto automatico.

Attualmente ci sono tre milioni di agricoltori con il fiato sospeso: il 15 dicembre scade il termine per il pagamento dell’Imposta e, al momento, per scongiurare il versamento mancano all’appello 314 milioni di euro, l’equivalente del gettito Imu sui terreni agricoli. L’Imu agricola vale infatti 346 milioni di euro, dei quali solo 32 derivano dal gettito dei fabbricati rurali. Per questa fetta di contribuenti la copertura è stata trovata, secondo quanto ha segnalato ieri il ministro dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo, che ha minacciato anche le dimissioni nel caso non si risolva il problema.

Ieri il decreto sull’Imu è saltato insieme a quello che rivaluta le quote delle banche nel capitale di Bankitalia. Ma il governo ha spiegato che si tratta di un rinvio tecnico, dovuto all’attesa di un parere da parte Bce sull’operazione che riguarda via Nazionale ed è in arrivo a stretto giro. I due decreti sono evidentemente legati, perchè con un provvedimento si assicurano alle banche nuove risorse (con la rivalutazione di Palazzo Koch) e con l’altro si sottraggono (con gli anticipi fiscali).

Ancora critica, ma nell’altro senso, Confindustria. Il presidente Giorgio Squinzi non si è detto preoccupato per la decisione del governo di rinviare alla settimana prossima l’approvazione del decreto: “Continuiamo a pensare che le priorità siano altre”, ha messo in chiaro il presidente degli industriali, riferendosi “in particolare a un intervento serio e deciso sul cuneo fiscale”.

(22 novembre 2013) © Riproduzione riservata la Repubblica quotidiano digitale

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